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Terminologia e definizioni

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In Svizzera, con il termine foraggicoltura si identifica il settore agricolo preposto alla produzione di foraggio (principalmente prativo). La foraggicoltura si occupa di tutta la catena produttiva, partendo dalla preparazione del letto di semina e dalla semina delle piante foraggere, passando per la loro gestione e arrivando fino alla raccolta e alla conservazione del foraggio.

Convenzionalmente, si usa distinguere tra foraggio prodotto su superfici perennemente inerbite (prati e pascoli permanenti), tra cui troviamo i pascoli d’estivazione, e foraggio proveniente da superfici temporanee e avvicendate (prati temporanei ed erbai intercalari).

 

Con il termine erbaio, specialmente in Italia, si intende una coltura foraggera che dura al massimo un anno. In questa categoria rientrano, quindi, sia le foraggere prative intercalari sia le colture erbacee da pieno campo destinate alla produzione di foraggio grezzo, quali: mais da silo, cereali da silo, crucifere per la produzione di foraggio fresco, ecc. La barbabietola da foraggio fa un po’ categoria a sé, perché, pur essendo povera di fibra, viene considerata un foraggio grezzo, in virtù del suo elevato contenuto d’acqua.

Alcuni dei termini utilizzati in foraggicoltura sono definiti in modo vincolante in diverse ordinanze del diritto federale, in quanto l’attuazione delle misure di politica agricola (diritto ai pagamenti diretti, ecc.) e la compilazione di statistiche confrontabili richiedono una terminologia chiaramente definita.
Esiste poi tutta una serie di sinonimi e di termini generici d’uso più o meno comune, la cui diffusione è legata alle tradizioni e agli usi locali.

La terminologia descritta qui di seguito si riferisce sia alla superficie sia al foraggio destinato agli erbivori domestici.