Gestione intensiva

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Prato a loglio italico

Il prato a loglio italico fa parte delle superfici prative gestite in modo intensivo.

Va falciato frequentemente (1° sfalcio primaverile precoce), ma senza esagerare. Non sopporta il pascolo. Richiede importanti quantità di concime. È relativamente povero di specie. Nelle zone favorevoli allo sviluppo dei logli, se falciato al massimo cinque volte, fornisce elevate quantità di foraggio di qualità molto buona. Le ricrescite estive sono ricche di fusti. Questo tipo di prato rimane stabile unicamente nelle zone a clima molto mite e con periodo d’innevamento molto corto, su suoli medio-pesanti, né compattati né soggetti a ristagno idrico. Vista l’assenza di specie tappezzanti, quali la poa dei prati, il prato a loglio italico è caratterizzato da una cotica erbosa spesso lacunosa e poco portante.

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Ulteriori particolarità

Specie tipiche del prato a loglio italico


Esigenze pedoclimatiche e diffusione

  • Zone favorevoli allo sviluppo dei logli (dal fondovalle al piano collinare della Svizzera centrale e orientale).
  • Clima molto mite e quota massima attorno ai 900 m s.l.m.
  • Temperatura media annua attorno 8,5 °C, 1’000-1’500 mm di precipitazioni annue ben ripartite, esposizione favorevole, ombreggiamento limitato e copertura nevosa assente a partire da fine febbraio.
  • Suolo mediamente pesante, non compattato, esente da ristagno idrico e ben dotato di elementi nutritivi.

Esigenze gestionali

La composizione botanica del prato a loglio italico rimane stabile se si verificano le condizioni elencate qui di seguito.

  • Non si pascola mai a beneficio di sfalci frequenti, destinati alla produzione di foraggio fresco, insilato o essiccato (meglio se in due tempi).
  • Primo sfalcio primaverile precoce, a partire dalla metà di aprile.
  • Una volta ogni 2 anni, bisogna lasciare disseminare il loglio italico (essiccazione al suolo durante l’estate), per assicurarne la sopravvivenza.
  • Concimazione importante e regolare, che apporti azoto facilmente disponibile (liquami).

Rischi

  • Sfalci frequenti, eseguiti senza soluzione di continuità, impediscono la disseminazione del loglio italico. Ciò favorisce la diffusione di specie meno produttive e qualitativamente inferiori, come la poa comune, l’agrostide stolonifera e il ranuncolo strisciante. Di conseguenza, la resa del prato diminuisce e la qualità del foraggio peggiora.
  • Il rischio di sovrasfruttamento aumenta considerevolmente nelle zone non vocate allo sviluppo del loglio italico.

Foraggio

  • Resa: 100 – 130 q SS/ha.
  • Qualità: molto buona; foraggio ricco di zuccheri, ma povero di magnesio.

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