Criteri di scelta

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Agricoltura biologica

Le miscele, standard e loro equivalenti, e i criteri di scelta proposti si adattano bene a qualsiasi tipo di conduzione aziendale. Ciò nonostante, in agricoltura biologica è bene tenere conto di alcune particolarità, quali: il rischio di ricrescite nella coltura successiva, l’approvvigionamento della miscela in azoto e la disponibilità di sementi biologiche certificate sul mercato.

Rischio di ricrescite concorrenziali nella coltura che segue il prato

Il loglio italico e, in parte, anche l’erba medica radicano con forza già dopo uno o due anni, tanto da rendere molto difficile la loro eliminazione meccanica una volta che il prato giunge a fine ciclo. Entrambe queste specie possono, dunque, ricrescere nella coltura successiva, influenzandola negativamente. In questi casi, non potendo utilizzare erbicidi chimici, all’agricoltore biologico non restano che due possibilità: prevedere una coltura molto concorrenziale dopo il prato oppure rinunciare alle miscele contenenti loglio italico ed erba medica.

Approvvigionamento in azoto

Vista l’impossibilità di usare concimi azotati di sintesi, riuscire a fornire tempestivamente alle colture la giusta quantità d’azoto è uno dei problemi principali dell’agricoltura biologica. Le miscele a base di trifoglio violetto di lunga durata, erba medica e lupinella sono una buona risposta a questa necessità in quanto l’azotofissazione simbiontica, realizzata dai batteri del genere Rhizobium presenti sulle radici di queste leguminose, assicura un apporto elevato di azoto atmosferico, di cui beneficiano sia le miscele sia le colture successive. Un inconveniente al quale si può andare incontro con queste miscele è l’eccessiva presenza di leguminose nella cotica erbosa (> 50%), che apre spazi colonizzabili dai semi di romice, notoriamente efficaci nell’approfittare della luce e dello spazio disponibili (nessuna delle tre leguminose elencate è tappezzante, perciò, quando la loro quota diventa importante, la fittezza del prato ne risente).

Disponibilità di sementi biologiche certificate

In linea di principio, le aziende biologiche possono impiegare unicamente sementi biologiche certificate. Questa regola vale anche per le miscele foraggere standard e per quelle loro equivalenti provviste del marchio di qualità APF/AGFF/ADCF.
A tutt’oggi, però, la disponibilità di sementi biologiche per diverse specie di graminacee e leguminose foraggere è insufficiente. Per cercare di dare una risposta a questo problema, Bio Suisse consente la semina di miscele foraggere non interamente biologiche, purché la percentuale di semente biologica raggiunga un minimo prestabilito dalle sue linee guida. Per esempio, le miscele triennali ne devono contenere almeno il 60%.
A questo proposito, la Lista varietale delle colture foraggere ed erbacee di pieno campo (cereali e patata esclusi), edita dal FiBL (Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica), riporta informazioni dettagliate e attuali.

https://www.fibl.org/fr/boutique/1373-fourrageres.html (scaricabile gratuitamente; in tedesco e francese).

Le ditte sementiere dispongono di un adeguato assortimento di miscele foraggere per l’agricoltura biologica rispondente alle disposizioni di Bio Suisse.
 

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