Lotta contro le malerbe

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Trasemina: definizione, obiettivi e vantaggi

Per trasemina s’intende la modifica di una cotica erbosa esistente e, va da sé, giudicata insoddisfacente, mediante la semina di piante foraggere (soprattutto graminacee), ritenute adatte a conseguire gli obiettivi prefissati. Si può procedere utilizzando una seminatrice oppure distribuendo la semente manualmente. Di norma, l’impatto sul suolo si limita a una leggera erpicatura, utile a favorire il contatto diretto tra semi e suolo, indispensabile per ottenere un tasso di germinazione soddisfacente. 

I prati da sfalcio ricchi di graminacee cespitose si rigenerano e durano nel tempo solo se li si lascia disseminare con una certa regolarità. Questa sorta di trasemina naturale, passiva e poco onerosa, si realizza eseguendo, almeno una volta ogni 3-4 anni, uno sfalcio tardivo seguito dall’essiccazione al suolo del foraggio, in modo da favorire la dispersione e la germinazione dei semi presenti.

Attenzione!
La disseminazione naturale appena descritta concorre a mantenere elevato il valore foraggero dei prati da sfalcio, ma non si addice né al risanamento di superfici fortemente infestate da malerbe né alla costituzione di un pascolo permanente. Nel primo caso, ritardare lo sfalcio senza prima combattere le malerbe favorirebbe ulteriormente la diffusione delle specie indesiderate (romice comune in primis), mentre nel secondo, le graminacee cespitose farebbero eccessiva concorrenza a quelle tappezzanti, indispensabili per formazione di una cotica erbosa fitta e portante.


La trasemina consente di migliorare prati e pascoli in modo economico e poco invasivo. La si esegue quando la cotica erbosa è lacunosa o per favorire la transizione di una superficie prativa da un’intensità di gestione all’altra. Essa entra in gioco a supporto delle buone pratiche gestionali (sfruttamento, concimazione e cure colturali), quando queste non bastano, da sole, a ottenere i miglioramenti desiderati. Non è, invece, adatta a recuperare cotiche erbose gravemente compromesse, per le quali non resta che rifare il prato ex-novo, riseminando.


Le prospettive di successo della trasemina sono inferiori a quelle della risemina. Tale incertezza è però compensata da alcuni vantaggi significativi:

Vantaggi della trasemina rispetto alla risemina (rinnovo del prato).

  • Perdite minori di foraggio.
  • Costi inferiori (richiede meno lavoro e minor impiego di macchinari e semente).
  • Praticabile anche su parcelle scoscese, irregolari, sassose, poste ad alta quota e caratterizzate dall’avere suoli superficiali o (momentaneamente) non lavorabili.
  • Mantenimento delle buone foraggere già adattate alle condizioni ambientali locali.
  • Nessuna restrizione in agricoltura biologica.