Lotta contro le malerbe

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Procedura consigliata

La vecchia cotica erbosa si può distruggere lavorando il terreno o utilizzando un erbicida non selettivo. Entrambi gli interventi presentano vantaggi e svantaggi.

Elementi chiave

  • Identificare ed eliminare le cause del deterioramento della cotica erbosa, gestendo poi la parcella riseminata conformemente ai propri obiettivi (sfruttamento e concimazione) e nel rispetto dei limiti posti dalle condizioni pedoclimatiche locali.
  • Intervenire solo su suoli sufficientemente asciutti e portanti. Se il suolo non è né percorribile né lavorabile, non si può procedere, quindi non rimane che ripiegare su misure di lotta contro le malerbe sia indiretta sia diretta, mettendo in pratica, tra le altre cose, quanto riportato nella Parte speciale del presente capitolo.
  • In agricoltura biologica non è consentito distruggere la cotica esistente utilizzando erbicidi non selettivi.
     

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Distruzione meccanica della vecchia cotica erbosa

Possibile se:

  • il suolo è sufficientemente profondo,
  • non ci sono troppi sassi,
  • lo stock di semi di malerbe presenti nel suolo non è eccessivo.

Laddove il suolo lo consente si esegue l’aratura. Se, invece, la pendenza è eccessiva o il terreno è troppo superficiale, ci si accontenta di una lavorazione minima.

Una volta distrutta la cotica, si può riseminare immediatamente il prato o, se la parcella si trova in una zona favorevole ai seminativi, la si può prima inserire nella rotazione colturale per uno o più anni. Questa seconda variante appare generalmente più vantaggiosa.


  • Cotica erbosa da eliminare → aratura → uno o più anni di seminativi → risemina di un nuovo prato, seguita dalla sua trasformazione in una superficie prativa permanente.
    I risultati migliori si ottengono praticando qualche anno di rotazione tra un prato permanente e l’altro. I principali vantaggi di questa variante sono:
    • la semina del nuovo prato si esegue in condizioni ottimali,
    • si riescono a ridurre drasticamente, se non a eliminare, sia le malerbe problematiche a foglia larga (romice comune, ombrellifere, ecc.) sia le principali graminacee infestanti (gramigna comune, bambagione pubescente, pabbio rossastro, ecc.)
    • i loro semi, presenti nel suolo, diminuiscono, anche se non scompaiono,
    • le plantule delle malerbe a foglia larga, che riescono a svilupparsi dopo che i semi sono stati riportati in superficie dall’aratura, non escono indenni da un avvicendamento prolungato delle colture.
  • Per saperne di più ► Seminare le miscele foraggere

  • Cotica erbosa da eliminare → aratura/lavorazione minima → risemina immediata di un nuovo prato, seguita dalla sua trasformazione in una superficie prativa permanente.
    Non sempre è possibile o razionale seminare dei seminativi prima della risemina di un prato, che si esegue quindi immediatamente dopo la distruzione della vecchia cotica. I principali inconvenienti che accompagnano questa scelta sono:

    • non si riescono a eliminare completamente le malerbe perenni, che possono poi ricolonizzare la parcella,
    • i semi delle malerbe a foglia larga presenti nel terreno germinano contemporaneamente a quelli della miscela foraggera riseminata.
       

    Consigli pratici!

    • La cotica va interrata con precisione (regolazione dell’avanvomere) e la lavorazione secondaria non deve essere troppo profonda, altrimenti si riportano le zolle erbose in superficie.
    • Per ridurre gli inconvenienti di questa variante, si può seminare una miscela foraggera annuale/una coltura intercalare da sfruttare durante l’estate, seguita da una seconda lavorazione del suolo e dalla risemina vera e propria di miscele foraggere di lunga durata.
    • Semina a spaglio o semina a file sono entrambe possibili.
       

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Diserbo della vecchia cotica erbosa

Consigliabile se:

  • il suolo è superficiale e ricco di scheletro,
  • forte presenza di malerbe perenni, romice comune in primis,
  • lo stock di semi di malerbe presenti nel suolo è elevato,
  • si vuole preservare la struttura e la portanza del suolo, generalmente buone in foraggicoltura.
     

Questa variante è vietata:

  • in agricoltura biologica,
  • nelle superfici per la promozione della biodiversità (SPB),
  • in vicinanza di acque superficiali, 
  • su suoli carsici.

Per saperne di più ► Lotta chinica


Da considerare!

Le superfici erbose diserbate con un erbicida non selettivo assumono una tipica colorazione giallo aranciata, che ha un impatto visivo negativo su molte persone non attive in agricoltura.


Consigli pratici!

  • Chi intende utilizzare un erbicida non selettivo per distruggere un prato permanente, quindi riseminare un prato previa lavorazione del suolo o seminare una coltura dopo un’aratura, necessita di un’autorizzazione speciale da parte del servizio fitosanitario cantonale competente.
  • Va utilizzato un erbicida sistemico, regolarmente omologato per questo scopo.
  • Il diserbo si esegue su erba alta da 15 a 20 cm, per assicurare l’assorbimento del principio attivo.
  • Lo si può eseguire in primavera o in estate, solitamente sulla seconda o terza ricrescita. La tempistica può variare a dipendenza di fattori quali: altitudine, esposizione e grado di umidità del suolo.
  • Dopo il diserbo, si aspetta che l’erbicida raggiunga tutte le parti delle piante da eliminare (1-2 settimane). Solo in seguito si può procedere con la preparazione del letto di semina e la risemina. Sarebbe meglio riseminare entro il mese di agosto (a Sud delle Alpi, a basse quote, ci si può spingere fino a metà settembre).
  • Se necessario, i residui vegetali si possono allontanare dalla parcella non appena tutte le piante sono diventate di colore giallo aranciato.
  • Solitamente, dopo il diserbo, si eseguono una lavorazione minima, una semplice strigliatura o si semina direttamente, in modo da limitare al massimo la germinazione di eventuali semi di malerbe.
  • La semina a file si fa preferire alla semina a spaglio.
     

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Quando, cosa e come riseminare?

  • Indipendentemente dalla tecnica scelta per distruggere la cotica erbosa da sostituire, le operazioni di semina si svolgono come descritto nel capitolo Seminare le miscele foraggere, a cui si rimanda per ottenere maggiori informazioni.
  • Si semina da marzo ad inizio maggio, se la vecchia cotica erbosa è stata distrutta prima dell'inverno o precocemente in primavera. A partire da metà agosto (in giugno-luglio solo dove piove a sufficienza o in altitudine), se la vecchia cotica erbosa è stata distrutta durante l'estate. Semine troppo tardive vanno a discapito delle leguminose contenute nella miscela.
  • Preparazione del letto di semina: erpicare o fresare, seminare e rullare subito. Semina diretta: assolcatori a disco o a scarpetta, senza nessuna lavorazione del terreno (attenzione a non scendere troppo in profondità!).
  • La scelta della miscela foraggera più adatta viene trattata esaustivamente nei capitoli Tipi di miscele foraggere e Scegliere le miscele foraggere per la semina dei prati temporanei.
  • Per il rifacimento di prati e pascoli permanenti è fondamentale indirizzarsi verso miscele di lunga durata che assicurino nel tempo qualità, resa e persistenza. Per questi motivi, si raccomanda l’acquisto di miscele standard o miscele equivalenti contrassegnate con il marchio di qualità APF/AGFF/ADCF di colore azzurro su cui campeggia la lettera «G*».
     

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Come assicurare il successo della risemina?

  • Gli interventi agronomici volti ad assicurare il successo della risemina si svolgono come descritto nel capitolo Gestire le miscele foraggere, a cui si rimanda per ottenere maggiori informazioni.
  • Tra i punti più importanti, si ricorda l’importanza di eseguire un corretto sfalcio di pulizia e di condurre un’attenta lotta contro i romici nati da seme.
  • Come già indicato in precedenza, per avere successo sul lungo periodo, è necessario identificare ed eliminare le cause del deterioramento della vecchia cotica erbosa, gestendo poi la parcella riseminata conformemente ai propri obiettivi (sfruttamento e concimazione) e nel rispetto dei limiti posti dalle condizioni pedoclimatiche locali.
     

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